ALLERGIE
La primavera è un momento delicato per chi soffre di DISTURBI ALLERGICI; proponiamo a riguardo l’estratto da un articolo dei dottori L. Speciani e L. Bottino pubblicato recentemente sul sito Dieta GIFT:
“Primavera, tempo di starnuti. E riniti, congiuntiviti, asma, tosse, pruriti. Chi soffra di allergie a pollini, acari, peli o altri inalanti sa bene che il momento del cambio di stagione è particolarmente delicato. Le terapie ordinarie in questi casi prevedono l'uso di antistaminici e, nei casi più ostinati, di cortisonici. Gli effetti collaterali di questi farmaci sono noti (ma mai abbastanza pubblicizzati): gli antistaminici ci lasciano storditi e confusi, tanto da sconsigliare l'uso dell'automobile a chi ne stia facendo uso. Raccomandazione che ben pochi ascoltano. Se poi pensiamo ad una prestazione fisica (per esempio sportiva) o ad una performance intellettiva possiamo stare certi che incontreremo qualche difficoltà. Se infine pensiamo a cosa provoca un cortisonico (ingrassamento addominale, demuscolazione, appetito insaziabile, ritenzione di liquidi, abbattimento immunitario, insonnia, agitazione, perdita di memoria, gastrite) capiamo subito perché valga la pena limitarne l'uso ai casi davvero gravi. Quel che è peggio, tuttavia, è ciò che avviene con la soppressione del sintomo in un'ottica paradigmatica "di segnale". Secondo la medicina di segnale, infatti, i sintomi allergici altro non sono se non un tentativo da parte dell'organismo di rimuovere metaboliti e tossine (interni e esterni) accumulati durante l'inverno, o in periodi antecedenti. Avendo l'organismo stesso esaurito la capacità di pulizia dei principali organi emuntori (pelle, fegato, reni) o avendo sovraccaricato gli stessi in modo esagerato (con fumo, alcol, additivi, metalli pesanti, inquinanti, ormoni, tossine, farmaci, dolcetti pasquali), il corpo cerca vie alternative per fare pulizia: scatenando l'istamina (sostanza che permette la fuoriuscita verso l'esterno di liquidi e tossine) oppure, quando questa via venga bloccata, attraverso tosse, starnuti, muco nasale, edemi delle mucose, lacrime, febbre, diarrea. Ciascuna di queste reazioni è diretta conseguenza del carico esterno di allergeni, che vengono visti dall'organismo come "nemici" talvolta non in ragione della loro tossicità quanto piuttosto della continua e ripetuta assunzione (è il caso di molti allergeni alimentari come la caseina del latte, il glutine del frumento, i prodotti di fermentazione degli zuccheri che vengono assunti più volte al giorno, ogni giorno). Se la somma del carico esterno e interno (non escluso quello emotivo) supera un dato livello di soglia, il corpo mette in atto queste strategie difensive, che può essere molto dannoso reprimere. Dove andranno infatti le sostanze da cui il corpo voleva liberarsi, dopo l'assunzione dell'antistaminico o del cortisonico? Spesso in questi casi, dopo l'assunzione del farmaco, il paziente torna a casa contento: in pochi giorni la dermatite è rientrata, gli starnuti sono finiti e il prurito non si sente più. Ma siamo sicuri di essere sulla via della guarigione? Non si è forse solo reso il problema più profondo? Quante innocue dermatiti, trattate con cortisonici, sono diventate riniti, poi asma e infine magari coliti croniche con esito in rettocolite? Non lo sappiamo, ma la nostra realtà clinica ci dice che spesso questa è la sequenza, anche se non vi è per ora evidenza biochimica o molecolare del processo. Sta di fatto che intervenendo con semplici rotazioni alimentari sugli allergeni più frequentemente coinvolti nella sintomatologia si ha spesso piena regressione sintomatica e talvolta percorso inverso rispetto a quello che ha portato la malattia dall'esterno verso l'interno, come già aveva brillantemente intuito Hering quasi due secoli fa. In altre parole un organismo intossicato che cerca di fare pulizia producendo muco, può spostare l'attenzione sulla sola pelle se viene aiutato a rimuovere il carico per altre vie (per esempio mangiando cibi più sani o facendo ruotare gli alimenti verso i quali ha maggiore sensibilità). Nella pratica, nel nostro studio, cerchiamo di non usare mai né antistaminici né cortisonici, ma di lavorare per una stabile risoluzione del problema. Il primo strumento è un'attenta anamnesi alimentare che ci permetta di individuare quali siano gli alimenti più facilmente "sensibilizzanti" e quali gli errori più gravi nella scelta dei cibi. Per l'individuazione degli alimenti "a rischio" talvolta basta l'anamnesi (è evidente che chi fa colazione con latte e biscotti, pranzi con pasta e parmigiano e ceni con la pizza sia in sovraccarico di latticini e glutine), mentre altre volte ci appoggiamo su test non convenzionali, impostando una dieta di rotazione che permetta l'alleggerimento del carico allergenico. In secondo luogo impostiamo una "dieta base" orientata ai principi riequilibranti e antinfiammatori della dieta Gift (eliminazione di zuccheri raffinati e di farine 00). Un regolare movimento fisico quotidiano (anche moderato) si è rivelato essere un potente immunomodulatore e deve essere consigliato a chiunque abbia problemi allergici. Anche il sonno perso può essere motivo di aggravamento: dormire serenamente tutte le ore che ci necessitano consente al sistema immunitario una corretta "ricarica". In aiuto a questo processo utilizziamo con frequenza il macerato glicerico di gemme di Ribes nigrum o, per chi abbia problemi con i lieviti, l'olio di semi della stessa essenza. Esistono anche in commercio prodotti contenenti dosi minime dei principali inalanti e allergeni, che possono essere assunti, quasi come un vaccino, per tutto il periodo di sensibilità, che nei momenti più difficili possono essere assunti anche più volte al giorno. Anche il metil-sulfonil-metano, la vitamina C e gli oxiprolinati di manganese, selenio, rame e zinco esercitano un'azione riequilibrante sul sistema. Per l'individualizzazione dei dosaggi ottimali è necessario rivolgersi al proprio professionista Gift di riferimento. Se con l'aiuto della disintossicazione alimentare, del movimento e dei fitoterapici indicati si riesce ad evitare l'utilizzo di farmaci più potenti, non solo avremo evitato gli effetti collaterali dei farmaci stessi, ma, quel che è più importante, avremo consentito al corpo di liberarsi da solo e con efficienza del carico allergenico che lo stava intossicando. Così che, a fine cura, invece di aver buttato la polvere sotto al tappeto, l'organismo si ritroverà depurato e pronto ad affrontare nuove sfide. Imparare a leggere i segnali del corpo è la via maestra per una medicina centrata sul paziente invece che sulla malattia.”