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MEGLIO TANTI PASTI O POCHI PASTI?


Il motivo per cui taluni predicano i tanti pasti è che mangiare più spesso è considerato meno faticoso quando si stia mangiando molto poco, con un senso di fame tendenzialmente un po' più controllato e quindi si arriverebbe

a fine giornata con un bagaglio calorico più basso della norma.

Poiché non sono le sole calorie (poche o tante) a fare la salute il metodo risulta limitativo.

Si pensi per esempio alla prima colazione. Una prima colazione fatta bene aumenta i consumi complessivi dell'intera giornata: indipendentemente dalle calorie assunte, con una buon primo pasto presente, a fine giornata se ne saranno bruciate di più (per altro, chi mangia di più a prima colazione tende ad assumere meno calorie durante tutta la giornata).

La stessa "energia" assunta in diversi momenti del giorno, come la mattina e la sera, produce effetti totalmente diversi.

Dal punto di vista ormonale ogni cosa che mangiamo è trasformata in molecole più piccole dal tratto gastroenterico e portata in circolo nel sangue dove provoca un innalzamento dell'insulina.

L'insulina è l'ormone anabolico per eccellenza. "Anabolico" vuol dire che essa dà alle cellule il segnale necessario a creare scorte: il fegato costruisce glicogeno, il muscolo monta proteine, e gli adipociti accumulano grasso.

Quando piano piano la glicemia si riduce, fisiologicamente, con l'allontanamento dal pasto, per mantenerla alle concentrazioni fisiologiche il pancreas secerne un altro ormone chiamato glucagone.

Esso dà il segnale opposto a quello dell'insulina: prendere il materiale accumulato per produrre e mettere in circolo lo zucchero che manca, rendendolo disponibile per le cellule che di scorte non ne hanno.

Far passare un po' più di tempo tra un pasto e quello dopo permette che il glucagone sia attivato e le scorte mobilizzate, invece che continuare ad accumularsi.

Inoltre, è oggi evidente che brevi periodi di digiuno riducano infiammazione e insulino-resistenza con risultati importanti in termini di salute, benessere e pure di riduzione della massa grassa.

Ridurre l'insulino-resistenza, d'altra parte, significa non solo stimolare il dimagrimento, ma anche agire in senso protettivo nei confronti di malattia cardiovascolare, cancro, depressione (o Parkinson, Alzheimer e malattie cronico degenerative).

Insomma, pochi pasti, ben distanziati e ben distribuiti (ricordiamo l'importanza del primo pasto della giornata) sembrano essere in grado di migliorare salute, forma fisica e senso di benessere.

Un ruolo importante è comunque da attribuire a cosa si mangia all'interno dei tanti o pochi pasti che siano. Una dieta composta per lo più da merendine, cioccolato e caramelle avrà un risultato evidentemente diverso da quella che lasci spazio a frutta e verdura fresca, cereali integrali e proteine e grassi buoni. Questo è un estratto dell’articolo di Michela Speciani apparso su Eurosalus (http://www.eurosalus.com/alimentazione-sport/spuntini-rotolini-verita-sui-pasti-vicini-piccini)

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