PERCHÉ HAI FAME?
Uno degli ormoni più importanti che regolano il senso di fame e sazietà è una molecola secreta dal tessuto adiposo, nota come leptina. La leptina ha il ruolo fondamentale di segnalare a livello del sistema nervoso centrale la disponibilità di riserve energetiche dell’organismo e in base a queste spingere il metabolismo verso l’accumulo o verso il consumo di energia e, come conseguenza, verso l’assunzione o meno di cibo. Grandi quantità di leptina in circolazione, per esempio, informano che le riserve sono buone e che non hai bisogno di mangiare (la leptina è uno dei principali ormoni prodotti dal tessuto adiposo e regola il senso di sazietà). Anche la serotonina ha un effetto di sazietà, mentre l’insulina e il neuropeptide Y hanno un effetto di stimolazione della fame. Tutti questi protagonisti tendono a mantenere il corpo in uno stato di equilibrio. Che però in alcuni casi salta.“Quando nel sangue circola un eccesso di leptina per un periodo troppo lungo (come succede a chi è in sovrappeso sin da bambino) alla lunga il meccanismo di ricezione del segnale di sazietà si scombina”, spiega Francesco Bottaccioli, presidente della società italiana di psiconeuroendocrinoimmunologia e direttore della scuola di medicina integrata ….. “l’ipotalamo perde sensibilità alla ricezione della leptina. Ecco l’intoppo. Ci sono varie ipotesi su questo meccanismo, ancora nessuna certezza. Sappiamo però che se mantieni a lungo una segnalazione di leptina troppo alta confondi il meccanismo di ricezione, lo sregoli. Il problema di molti bambini in sovrappeso e anche di molti adulti obesi è proprio questo: non sentono più la sazietà. Se a questo si aggiungono troppe schifezze mangiate davanti alla tv, troppe merendine, e uno smangiucchiare senza sosta e senza regole la confusione aumenta ancora di più”.Lo stile di vita è fondamentale per facilitare il recupero della sensibilità leptinica, a sostegno di ciò abbiamo per esempio un bellissimo studio del 2001 di Chu et al. effettuato prima sui topi e successivamente sugli uomini, in cui si dimostra che una regolare attività fisica di intensità moderata e media-lunga durata, come il jogging per almeno 3 ore a settimana sia indispensabile per il recupero della sensibilità leptinica.Dal punto di vista alimentare invece un riequilibrio della composizione della dieta con un adeguato apporto proteico e una riduzione delle calorie provenienti dai grassi, anche a parità di calorie, aiuta a ristabilire il corretto segnale leptinico. Nel giro di poche settimane questo porta a una normalizzazione del consumo calorico e a una graduale riduzione della massa grassa grazie al recupero della sensibilità leptinica sia periferica, che induce l’organismo verso il consumo anziché verso l’accumulo, sia centrale ripristinando i corretti segnali di fame e sazietà.Un’adeguata assunzione di frutta e verdura fresche favorisce il riequilibrio della secrezione leptinica, perché questi alimenti ricchi di vitamine e antiossidanti aiutano a ridurre lo stress metabolico e infiammatorio dell’organismo. Non risulta, inoltre, affatto trascurabile la relazione tra equilibrio della secrezione insulinica, tramite una riduzione dei picchi glicemici, e corretto funzionamento del segnale portato dalla leptina, associazione che negli uomini obesi risulta ancora più forte rispetto alla composizione e al quantitativo dei grassi assunti con la dieta. Nell’ottica di instaurare un segnale leptinico virtuoso che porti verso una graduale perdita di massa grassa e incremento del metabolismo sarà inoltre necessario fornire all’organismo alimenti quanto più naturali e poco raffinati o processati, scegliendo quindi cereali integrali, frutta e verdura possibilmente biologiche, alimenti quindi che non falsificano il gusto e sono ricchi di principi nutritivi.È stato visto che un valido aiuto per il recupero della sensibilità leptinica dal punto di vista dell’integrazione può venire dall’assunzione di acidi grassi polinsaturi a lunga catena come gli omega-3, di cui sono ricchi frutta secca e salmone, soprattutto nel caso in cui questi siano carenti nella dieta.Ogni regime alimentare però deve essere seguito con piacere e non come una costrizione, ma come si arriva a questo?Certamente anche attraverso l’auto ascolto, l’ autopercezione del proprio corpo: questa sembra la via maestra per passare da un regime di prescrizione alimentare basato sul controllo e sul dovere a una via che segue un principio di piacere. Perché infatti dovrei rinunciare a un piatto di tagliatelle con il ragù o a una grigliata di salsicce se non mi accorgo del fastidio che mi crea e sento solo il piacere di un sapore ricco e pieno? “Quando sviluppi la percezione corporea attraverso programmi di disintossicazione, massaggi e tecniche che sviluppano la consapevolezza corporea allora impari riconoscere anche un piacere alternativo a quello delle tagliatelle o delle salsicce”, spiega Jader Tolja (medico e ricercatore). Quando mangi un chilo di patate fritte di fatto stai ossidando i tessuti del tuo corpo. Eppure non vedi niente. Tutte le sostanze che l’organismo non elabora le deposita sul connettivo che è la struttura di collegamento tra tutte le parti del corpo. Il connettivo si sporca, si intasa, ma noi non abbiamo la percezione di quello che sta succedendo. Se al contrario siamo in contatto con le sensazioni e con i segnali che l’organismo manda possiamo sentire un senso di pesantezza, di opacità, di addensamento dei tessuti”. Per questo le persone che fanno sport, che praticano meditazione o tecniche corporee non hanno nessuna difficoltà a mangiare “bene”. Hanno accesso alle sensazioni corporee e scelgono spontaneamente per un piacere vero (Tratto da R. De Nicolò e L. Speciani)